FRANCIA DEL SUD Nelle terre di Catari, Templari e della guerra dei cent’anni

FRANCIA DEL SUD-OVEST

Nelle terre di Catari Templari e della guerra dei cent’anni

1° giorno: Italia-Ste Maximin la Sainte Baume in Provenza(680 km)-Foix (460 km)

Visita della chiesa de la Sainte Baume (che conserva le spoglie di Maria Maddalena)????????????????????

cena e pernottamento alla pescicoltura de l’Arget chambre e table d’hotes http://pisciculturefoix.pagesperso-orange.fr/chambredhotes.htm

2°giorno: Foix-Montsegur (32 km)-Rennes le Chateau (52 km)-Mirepoix eventuale(53 km)-Couiza(46 km)

Visita delle rovine dell’ultima roccaforte Catara del prato del martirio di 200 fedeli che invece di rinnegare il proprio credo preferirono la morte, la salita richiede 30 minuti di camminata su sentiero in pendenza. Montsegur_montagne

L’ASSEDIO DI MONTSÉGUR

Pierre-Roger de Mirepoix era il comandante della guarnigione di Montségur, la montagna protetta, sede dell’ultimo vescovo cataro, l’ultima roccaforte degli eretici. Quando Raimondo VII firmò il disastroso e umiliante Trattato di Parigi/Meaux nel 1229, tra le varie clausole c’era anche quella che toglieva il titolo a Pierre-Roger. Anni di crescente amarezza e odio furono alla base dell’imboscata che ebbe luogo ad Avignonet.

Pierre-Roger fu informato dell’arrivo dell’inquisitore di Tolosa, Guillaume Arnaud, e di altri tre inquisitori nella cittadina di Avignonet il 28 maggio 1242, chiamati per raccogliere prove di eresia in tutta la zona.

Il risultato di questa investigazione avrebbe significato la prigione e la condanna a essere bruciati vivi per molti Catari.

Pierre-Roger de Mirepoix decise di agire: raggruppò 85 cavalieri da Montségur e dintorni, armati con spade e asce e partì per Avignonet, distante un centinaio di chilometri. Impiegarono un giorno per raggiungerla.

Sfondarono le porte degli alloggi dove Guillaume Arnaud e i suoi tre colleghi stavano riposando e li assassinarono.

Si racconta che Guillaume Arnaud morì recitando il Te Deum; il suo corpo venne trafitto da spade diverse, la sua testa frantumata sul pavimento di pietra e i suoi registri trafugati e distrutti.

La ferocia e l’audacia della strage di inquisitori ad Avignonet condusse a una rapida rappresaglia. Il brutale omicidio spinse la Chiesa Cattolica ad agire in modo deciso.

Il passo successivo nella persecuzione dei Catari fu l’attacco a Montségur, ultima roccaforte dei Bons chrétiens.

Ma nell’ottobre del 1243, dopo un assedio di cinque mesi, la guarnigione aveva perso solo tre uomini.

Così, Hugues des Arcis, comandante dell’esercito dei Crociati – costituito da baroni del nord, inquisitori Cattolici e gruppi di guerrieri delle terre conquistate – comprò i servigi di alcuni mercenari Baschi. Molto determinati, senza pietà e decisamente abili, all’inizio di un rigido inverno riuscirono ad accamparsi a meno di cento metri dalle mura.

I Catari stretti nella fortezza di Montségur non erano ancora in pericolo; ma il comandante della guarnigione, Pierre-Roger de Mirepoix, ordinò di ritirare i suoi uomini dal lato est, più vulnerabile. Fu un errore che cambiò le sorti della battaglia.

I mercenari, consapevoli dell’unica strada sicura per salire sulla cima, riuscirono a scalare la parete vertiginosa sul lato sud-est. Dopo avere accoltellato le sentinelle, conquistarono la Roc de la Tour, un picco roccioso che si erge sull’estremità orientale della cresta di Montségur.

Dai bastioni, separati dal corpo del castello solo da qualche centinaio di metri, non si poteva fare altro che assistere impotenti mentre catapulte e mangani venivano issati con un argano. Assemblato sul lato est della montagna c’era un potente trabocco, che allo stesso tempo indeboliva le difese sullo stesso lato delle mura. Per coloro che erano intrappolati all’interno, il rumore del bombardamento era efficace a demolire il morale quanto lo erano i colpi che distruggevano le fortificazioni.

Il giorno di Natale venne conquistata la torre esterna (barbacane – ndt). Gli assalitori erano arrivati a una dozzina di metri dalla fortezza, ancora insespugnabile. Per attaccare i Crociati avrebbero dovuto passare su una cresta larga meno di due metri e a picco nel vuoto su entrambi i lati, ma la posizione permise loro di preparare un nuovo assedio. Le mura della cittadella, a est e sud, erano a tiro.

La resa

A metà di febbraio, i Crociati avanzarono. Il tempo stava per scadere.

Il primo marzo del 1244, dopo un ultimo tentativo di scacciare i Baschi dalla Roc de la Tour, un singolo squillo di corno risuonò dai bastioni della roccaforte ormai devastata. Raymond de Péreille, signore di Montségur, e Pierre-Roger de Mirepoix, comandante della guarnigione, uscirono dalla Grande Porta e si arresero a Hugues des Arcis, il siniscalco di Carcassonne.

La battaglia era finita.

L’inverno si era dimostrato particolarmente rigido sul versante roccioso della montagna e nella vallata sottostante. Sia gli attaccanti che i difensori erano stremati.

Le trattative furono rapide e le condizioni della resa generose.

L’Atto di Resa fu segnato il 21 marzo 1244 da Peter Amiel, Arcivescovo di Narbonne. Montségur era caduta dopo dieci mesi di assedio.

Al termine di un assedio era usanza trattare il rilascio di prigionieri e ostaggi.

Ciò che fu atipico è che agli sconfitti vennero concesse due settimane di tregua: i capi Catari avevano chiesto e ottenuto di avere due settimane di tempo, allo scadere delle quali si sarebbero consegnati. Solo due settimane…

Per secoli, storici e teologi hanno argomentato sul perché i Catari avanzarono una simile richiesta. Cosa dovevano fare ancora?

Dopotutto il tesoro era stato portato in salvo, e l’Atto di Resa offriva condizioni più che ragionevoli. Cosa c’era di così importante che indussero i Catari a rimanere per due settimane in quella fredda fortezza semi distrutta, dopo tutto ciò che avevano passato?

Nel 1244, la Pasqua cadde nelle prime due settimane di marzo. E’ un particolare importante o solo una coincidenza?

Gli ultimi giorni

Marzo 1244.

I mangani, le catapulte e tutte le altre macchine belliche non erano più in funzione. Dentro la fortezza la vita ricominciava a scorrere a un nuovo e pacifico ritmo, di cui si era persa l’abitudine per quasi un anno.

I perfetti sopravvissuti organizzavano le celebrazioni della Pasqua, e quelli che si preparavano a morire prendevano congedo dalle proprie famiglie, amici e compagni d’armi.

Ricordi di altri rituali segreti persistono nella memoria locale, nonostante l’assenza di prove che le confermino. Echi di arcane cerimonie, segreti condivisi da pochi. Quello che è avvenuto lassù, nella cittadella sulla montagna, non si è mai saputo con certezza, anche se ha fornito ispirazione per artisti e ha stuzzicato la curiosità dei cacciatori di tesori, teologi e fedeli.

Nessuno dei perfetti ritrattò la propria fede. Domenica 13 marzo, quando rimanevano solo pochi giorni alla fine della tregua, 21 credenti – incluse donne, cavalieri e soldati – chiesero di ottenere il consolamentum per essere ricevuti a pieno titolo dalla Chiesa Catara.

La fuga

Mille metri più sotto, nella valle, i Crociati avevano iniziato la costruzione di una palizzata di legno lungo il lato sud-ovest della montagna.

Il legno fu raccolto dalla foresta e dalle capanne del villaggio decimato che sorgeva a ridosso di Montségur. Lungo la palizzata vennero innalzate delle scale, e all’interno del perimetro furono conficcati nel terreno i pali su cui gli eretici sarebbero stati legati.

Delle 400 persone all’interno della cittadella, circa 220 tra perfetti e credenti si preparavano a morire.

Nella notte del 15 marzo, quattro persone – tre uomini, il quarto mai identificato – si nascosero da qualche parte sotto le mura di Montségur. Una volta che la fortezza fosse stata occupata e i soldati del siniscalco avessero portato via tutti quelli rimasti, si sarebbero calati con delle funi lungo la parete ovest per fuggire.

Le condizioni della resa erano chiare. Tutti sarebbero stati consegnati nelle mani del Sant’Uffizio. Quelli che non avrebbero ritrattato sarebbero stati bruciati, chiunque sarebbe stato interrogato dal Tribunale dell’Inquisizione. Nessuno escluso.

Allora perché la salvezza di molti era stata scambiata con la fuga di quattro presone?

Una sacra reliquia, forse un libro, era necessario per le celebrazioni della Pasqua. O i quattro fuggitivi erano stati incaricati di recuperare il tesoro dei Catari nascosto nei Monti Sebarthès due mesi prima?

I quattro non furono mai presi…

Il tesoro dei Catari

Nel corso degli anni, sono fiorite numerose leggende sul favoloso tesoro dei Catari.

Forse, nascosto tra monete d’oro e d’argento, c’era un oggetto di grande importanza religiosa ed esoterica.

Secondo alcuni, i Catari erano i custodi del Graal, portato in Francia da Maria Maddalena e Giuseppe d’Arimatea in fuga dalla Palestina nel I secolo d.C.

Secondo altri, i Catari si erano impossessati del tesoro perduto dei Visigoti, frutto del saccheggio di Roma del 410 d.C., che forse includeva beni trafugati dal Secondo Tempio di Salomone a Gerusalemme. Le voci più diffuse parlano di un tesoro nascosto nei monti Razès e Sabarthès ai tempi del crollo del grande impero dei Visigoti nel V secolo.

Altri ancora sostengono che i Catari erano in possesso del tesoro appartenuto al grande sovrano Merovingio Dagoberto. Le bon roi Dagobert…

La verità? Nessuno la conosce. Storici, archeologi, narratori di miti e scrittori concordano tutti su un punto: il tesoro dei Catari fu portato via da Montségur nel gennaio 1244.

Dal momento in cui i Crociati conquistarono la torre esterna, Pierre-Roger de Mirepoix comprese che era solo una questione di tempo prima che anche la fortezza fosse presa.

Fu organizzato un incontro tra i capi religiosi della Chiesa Catara. Spiegando la gravità della situazione, Pierre-Roger li convinse che era arrivato il momento di mettere al sicuro il tesoro dei Catari. Era la loro ultima possibilità.

Due credenti Catari – Matheus e Peter Bonnet – furono scelti per compiere l’impresa. Si caricarono il tesoro in spalla e uscirono di nascosto dal castello in piena notte. Riuscirono a evitare le sentinelle appostate sulle strade percorribili per scendere a valle e raggiunsero i Monti Sebarthès, nella catena dei Pirenei che separano la Francia dalla Spagna.

Alla fine di gennaio, tornò solo Matheus insieme a due balestrieri: la missione era stata portata avanti con successo e il Re d’Aragona avrebbe inviato rinforzi in primavera. In realtà l’assedio era ormai talmente avanzato che sarebbe stato impossibile fare breccia tra le fila nemiche.

E il tesoro? Non fu mai più ritrovato.

La morte

All’alba di mercoledì 16 marzo 1244 i soldati Crociati si presentarono alla Grande Porta per prelevare gli eretici da mettere al rogo.

In testa ai 200 condannati c’era il Vescovo Bertrand Marty, un uomo anziano, che si presentò scalzo e con indosso una veste nera. Con lui c’era anche Corba, moglie del signore di Montségur, e la loro figlia Esclarmonde, quattro cavalieri, quattro soldati – di cui due insieme alle mogli – due messaggeri, uno scudiero, un balestriere e un mercante.

I prigionieri vennero condotti lungo la ripida e stretta strada che conduceva allo spiazzo alla base della montagna.

A osservare la scena dai bastioni della fortezza c’erano madri, padri, figli e amici.

Uno dopo l’altro gli eretici salirono le scale appoggiate contro la palizzata e poi saltarono nella pira, per essere legati come animali ai pali.

Al segnale dell’Arcivescovo di Narbonne, vennero lanciate delle torce nei quattro angoli della pira. Gli uomini di Dio – preti Cattolici, vescovi, monaci e gli inquisitori Ferrier e Duranti – cominciarono a recitare salmi per coprire le grida dei condannati.

Verso metà mattina, 220 persone erano morte asfissiate dal fumo o arse vive. Una nube nera si alzò sulla vallata di Montségur, trasportando cenere e polvere sulle colline vicine e sui Pirenei. L’odore di bruciato, appiccicoso e dolciastro, permeava l’aria fredda.

I Catari rimasero sepolti qui, dimenticati, per molti anni. Fu solo nel 1960 che venne eretta una lapide in loro memoria, pressapoco nel luogo dove avvenne il rogo di massa. Ora, in inverno o in primavera, ai piedi della lapide si trovano sempre fiori e poesie.MONTSG~1

Visita del museo di Montsegur.

Pomeriggio visita della chiesa di Rennes le Chateau, ricca di esoterismo e mistero, e della tour Magdala.

Rennes le Chateau è ancora oggi un piccolo villaggio , che conta poche decine di anime. Gente semplice vi abita, contadini e pastori.RENNES~1
L’abbiamo conosciuto grazie ai libri e consigli di uno scrittore ed amico Giorgio Baietti

Nel 1885, un giovane brillante prete, Bérenger Saunière, venne nominato curato della piccola e cadente parrocchia di Maria Maddalena.

Era un uomo attivo e colto, conoscitore del latino del greco e dell’ebraico, che studiò per comprendere meglio le scritture.

Viveva una esistenza misera ma dignitosa, come ogni parroco di ogni piccola, povera e insignificante chiesetta di montagna, grazie ai donativi dei suoi parrocchiani.

Durante i suoi primi 5 anni a Rennes, assunse come sua governante, oltre che confidente, la giovane Marie Dernarnaud, che gli resterà a fianco per tutta la vita.

All’epoca in cui gli fu affidata, la parrocchia era in uno stato di totale decadimento, tanto che dal tetto pioveva sulla testa del parroco e dei suoi fedeli.

Così, su consiglio dell’abate del vicino villaggio di Rennes-le-Bains, Henri Boudet, prese una piccola somma a prestito e iniziò un restauro della chiesa.

Nel 1891 cominciò il restauro della chiesa, che sorgeva sulle rovine di un edificio molto più antico (probabilmente del VII sec. ), fece rimuovere la pietra che costituiva l’altare, sostenuta da due colonne visigote, ma una di queste colonne era cava.

All’interno rinvenne 4 pergamene e forse altro…….

Qui comincia un incredibile mistero, su cui tanto, troppo è stato scritto, e di cui, nonostante decenni di studi, ancora nessuno è riuscito a venire a capo…

“Si dice”, che due di queste pergamene contenessero delle genealogie mentre le rimanenti due sembravano opera di un predecessore di Sauniere, l’abate Bigou, curato del villaggio nel 1780.

Saunière, informò del misterioso ritrovamento il vescovo di Carcassone, Felix Billard, che lo inviò a Parigi a sue spese, perché mostrasse i documenti a degli studiosi.

Fra questi studiosi vi erano personaggi come l’abate Bieil e suo nipote Emil Hoffet, legati al pensiero esoterico che a Parigi stava avendo grande diffusione, e che faceva adepti tra i più in vista e potenti personaggi del tempo, tra cui la famosa diva dell’opera Emma Calvé.

Durante il suo soggiorno a Parigi, questo semplice prete di campagna, fù accolto nell’elegante ed esclusivo circolo degli appassionati di esoterismo che ruotava intorno ad Emil Hoffet.

E pare che misteriosi e potenti personaggi gli fecero più volte visita anche a Rennes.

Come mai un semplice curato di una insignificante chiesa di uno sperduto villaggio di pastori, ebbe così tanta considerazione ?

Che cosa aveva trovato Saunière?

…da una lettera indirizzata a Saunierè dal suo miglior amico: “…nessuno potrà mai svelare il segreto che tu custodisci…”.

Il diario e gli scavi
Al suo ritorno a Rennes le Chateau, il curato divenne incredibilmente ricco, nel giro di dieci anni, fino alla sua misteriosa morte, spese l’equivalente di alcuni miliardi di lire, o se preferite, milioni di Euro.

Nessuno conosce ne la reale consistenza del suo patrimonio, ne la provenienza di quei soldi.

Possiamo solo ipotizzare che quei soldi vennero dati a Saunierè o in cambio di ciò che aveva trovato…oppure erano il compenso per il suo silenzio, per non divulgare segreti scomodi e verità imbarazzanti per la chiesa di Roma.

Dopo Parigi, il comportamento di Saunierè diventa bizzarro; fa restaurare la chiesa, fa costruire una misteriosa torre, La Torre Magdala, dove crea una fantastica biblioteca, e una lussuosa residenza, Villa Betania.

Trascorreva molto tempo facendo lunghe escursioni spesso notturne, nei dintorni della chiesa e del villaggio, fece numerosi scavi nel cimitero….come se fosse ossessionato, o come consapevole che ancora qualcosa c’era da scoprire, qualcosa di grosso, nascosto da qualche parte proprio li, a Rennes le Chateaux.

Teneva, inoltre un diario, dove annotava scrupolosamente ogni cosa…: “21 settembre. Lettera da Granes. Scoperta di una tomba. La sera pioggia.”

Si trattava della tomba della Marchesa Marie de Hautpoul, ultima signora di Rennes, deceduta nel 1781.

La lapide e la lastra tombale erano state disegnate da Bigou, predecessore di Saunierè e presunto autore di due delle pergamene.

Saunierè per ragioni inspiegabili cancello le scritte sulla tomba…

Sulla tomba era scritta una data, 17 Gennaio 1917…

La fine e il principioSaunierè condusse una vita piuttosto dispendiosa, e la cosa naturalmente insospettì in molti, tanto che cominciarono a girare voci diffamanti sul suo conto.

Tuttavia il vescovo di Carcassone, che all’epoca del misterioso ritrovamento lo aveva invitato a Parigi, sembrava non solo chiudere gli occhi ma anche coprire l’operato del prete.

Ma quando questi morì, il suo successore, chiese al parroco delle spiegazioni del suo comportamento, spiegazioni che Saunierè non diede.

Così fu accusato di vendita illegale di messe, e sospeso dal servizio.

Al suo posto, fu nominato un altro parroco, che tuttavia la gente di Rennes snobbava….cosi dopo 5 anni, tante lettere e proteste, fù il Vaticano che annullò tutte le sanzioni e mise di nuovo tutto al suo posto, compreso Saunierè, che tornò nella sua piccola chiesa di Santa Maria Maddalena.

Correva l’anno 1915.

Ormai si avvicinava la data…il 17 Gennaio del 1917 un colpo apoplettico, ridusse il parroco in fin di vita.

Venne chiamato di gran fretta un prete di un paese vicino, per dargli l’estrema unzione, ma testimoni oculari, raccontano che il prete usci sconvolto dalla stanza quasi subito…..e si rifiuto di assolvere Saunierè.

Il 22 Gennaio 1917, Saunierè morì senza confessione, e con lui porto’ il segreto di Rennes le Chateau…o forse no.

Quello che successe dopo la sua morte, è ancora una volta un mistero…la mattina del 23 gennaio, il suo corpo, vestito di un abito ornato di numerose nappine di colore scarlatto, fu posto su una poltrona sul terrazzo della torre Magdala.

Numerose persone, di cui ancora oggi è ignota l’identità, passavano accanto al morto e ad uno ad uno staccavano una nappina dal vestito del morto…un rituale che ricorda molto quello degli ordini massonici.

La sua incredibile ricchezza, era stata trasferita alla fedele compagna Marie Dernarnaud, a cui Saunierè fece anche un altro dono…

Marie Dernarnaud: “…la gente di Rennes, cammina sull’oro e nemmeno lo sa…”.

Marie visse agiatamente a villa Betania fino al 1946, poi le vicende belliche e gli accertamenti fiscali del governo francese, la costrinsero a disfarsi delle sue ricchezza e a vendere la villa.La proprietà fu acquistata da un certo Noel Corbu, a cui Marie fece una promessa: “Un giorno ti rivelerò un segreto che ti farà ricco e potente… “.

Marie fu colta da un colpo improvviso, il 29 gennaio 1953, che le tolse l’uso della parola…il sereto di Berénger Saunierè muore con lei.

Documenti segreti e codici indecifrabili”PASTORELLA NESSUNA TENTAZIONE CHE POUSSIN TENIERS HANNO LA CHIAVE PACE 681 SULLA CROCE E QUESTO CAVALLO DI DIO IO COMPLETO QUESTO DEMONE DEL GUARDIANO MEZZOGIORNO MELE BLU”.

Questo è il teso di una delle pergamene ritrovate da Saunierè. Il testo, in latino, contiene forse la chiave per decifrare il mistero ma nonostante molti tentativi, risulta tuttora indecifrabile!

Ma possiamo pensare, anche se quest’ipotesi è esclusa da tutti, che Saunierè avesse capito come utilizzare questo codice, ed è forse da esso che prese ispirazione per le insolite decorazioni che volle per la sua chiesa.

Nel testo si fa riferimento a due autori, Poussin e Teniers.

Quando era a Parigi, Saunierè acquistò le copie di tre dipinti; uno era un quadro dai significati esoterici di Teniers, un dipinto di un papa del medioevo e un famoso e misterioso quadro di Poussin, “I pastori dell’Arcadia”; nel dipinto vi è uno strano motto che recita “Et in arcadia ego”.

In questo quadro, compare un altrettanto misteriosa tomba, che pare si trovasse proprio a Rennes le Chateau, e che fu distrutta “accidentalmente” da un’esplosione.

A partire dal 1956 vennero pubblicati una marea di testi riguardanti il mistero del tesoro di Saunierè.

Ma la più importante e significativa raccolta di documenti si trova presso la biblioteca Nazionale di Parigi; si tratta di un insieme di documenti disparati, carte, fogli singoli, genealogie ecc., alcuni dei quali molto probabilmente alterati e falsificati.

Di molti di questi documenti, non sono mai stati rintracciati gli autori, le case editrici si sono scoperte spesso inesistenti, e vengono citati documenti introvabili e libri che nessuno ha mai letto…

Un testo fondamentale è “Le Serpent Rouge”, pubblicato in forma privata e depositato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.

Contiene la genealogia merovingia, alcune cartine della Francia dell’epoca, una pianta della chiesa di Saint Suplice e 13 misteriose poesie, che contengono riferimenti, a Saunierè, al dipinto “I pastori dell’Arcadia”, e al motto “Et in arcadia ego”, in esso contenuto.

In questo incredibile testo si fa riferimento ad una serpente rosso che si snoda lungo i secoli, come a voler rappresentare una linea dinastica…

La data di pubblicazione è…17 gennaio…

La domanda è molto semplice…una linea dinastica iniziata da chi?

Tanti hanno cercato e nessuno a mai trovato niente, mille ipotesi sono state fatte e nessuno di queste convince del tutto…ma allora qual’è il tremendo segreto scoperto da Bérenger Saunierè?

Terribilis est locus iste non possiamo fidarci dei mille libri scritti, e non possiamo prendere in considerazione tutti gli studi serissimi di molti brillanti ricercatori, perché spesso, essi stessi sono stati ispirati, dai racconti di abili romanzieri……ma allora con quali occhi bisogna guardare?

Forse il mistero è tanto complesso, che l’unico modo per scoprire un piccolo spiraglio di luce, è quello di cercare le cose nel modo più semplice possibile…

Bérenger Saunierè spese molti dei suoi soldi, per fare restaurare la chiesa, per far costruire la torre Magdala e villa Betania.

Nei Vangeli Magdala è maria Maddalena, e Betania è il paese di Maria Maddalena e di Lazzaro suo fratello.

Perché tanta attenzione verso questa figura?

Forse perché i ritrovamenti di Saunierè, avevano qualcosa a che fare con lei o con il suo presunto legame con Gesù?

La chiesa di Rennes, per come è decorata, sembra tanto essere una specie di mappa, come per una caccia al tesoro…..una serie di stranezze non casuali e disseminate qua è la, come se Saunierè avesse voluto svelare tacitamente qualcosa…

Sul portico della chiesa, egli volle far apporre una scritta che suona come un monito: ” Terribis est locus iste”, ossia ,”questo è un luogo terribile”….

Ma perché mai sulla casa di Dio, far apporre una scritta così?

Facciamo un ragionamento per assurdo: immaginiamo di doverci trovare (tocchiamo ferro) al cospetto di Dio.

Un cattolico credente e praticante, fedele agli insegnamenti della chiesa di Roma, che cosa dovrebbe temere di fronte ad un Padre misericordioso?

Evidentemente niente, se la sua anima è pura e senza colpa, non ha niente da temere…ma se invece egli fosse stato indotto a credere nelle bugie, se non fosse pronto a comprendere una verità superiore, se si trovasse di fronte ad una verità diversa da quella che gli hanno fatto credere?

In questo caso, quella visione sì che sarebbe “terribile”, perché lo piegherebbe nella volontà, farebbe crollare tutte le sue certezze, tramutando in un solo istante la luce in ombra…

Saunierè aveva forse scoperto qualcosa in quella chiesa, che contrastava con il canone ecclesiastico?

Aveva forse scoperto una “terribile verità”?

Anche se così fosse, la verità è pur sempre la verità, ed è meglio guardare in faccia una verità scomoda, che credere ad una bugia solo perché più conveniente…e questo Saunierè lo sapeva bene.

Ancora…all’entrata della chiesa, vi è una statua del demone Asmodeo che regge l’acquasantiera.

Asmodeo, secondo la tradizione, è il custode di grande segreti nonché guardiano di tesori nascosti ed artefice del Tempio di Salomone.

Ci sono 5 statue di altrettanti santi, nella chiesa, e se congiungiamo le iniziali dei loro nomi, otteniamo la parola: “Graal”.

Inoltre alle due estremità della chiesa ci sono le statuette di due bambini, uno è Gesù, ma l’altro non è Gesù…

Sull’altare c’è una rappresentazione di Maria Maddalena all’interno di una grotta, in atto di contemplare una croce di legno, con alla base un teschio ed alla sinistra un libro aperto e quella caverna, è a Rennes le Chateau…e non è finita qui…

Ci sono tante altre cose da dire, che non basterebbero un milione di pagine…

Ma che cosa aveva trovato Bérenger Saunierè?

Qual’é il segreto custodito a Rennes le Chateau?

Forse la prova di una discendenza reale di Gesù?

Forse una copia del vangelo di Maria Maddalena, il Vangelo dell’Amore di Giovanni o la prova che Gesù non era quello che noi crediamo che sia.

O forse come scrittori e pseudo-scenziati affermano, a Rennes c’è il sepolcro di Cristo, la prova che egli non sia morto sulla croce, o ancora la tomba del figlio di Gesù…?

La Verità assolutaSe anche fosse una di queste cose, la vità non ci cambierebbe poi di molto, non credete?

……che importa se Gesù sia stato sposato o no, se sia stato crocefisso o no, se abbia avuto dei figli o no…….in fondo quello che conta davvero é il suo messaggio; il messaggio universale di un uomo straordinario che la chiesa antica, molto diversa da quello che è oggi, ha alterato e compromesso, addirittura falsificato in alcuni passi dei vangeli canonici.

Se ci fosse la chiave per interpretare il messaggio originario di Gesù, allora quello si che sarebbe un grande tesoro.

Nella chiesetta di Rennes le Chateau, vi é come in altre chiese cattoliche, la rappresentazione della Via Crucis; la quattordicesima stazione rappresenta il momento in cui il corpo di Gesù viene condotto al sepolcro, con sullo sfondo un cielo notturno, come a suggerire che Gesù fu sepoltodopo il tramonto….ma forse non si vuole rappresentare questo.

Forse nemmeno questa è la verità…e la verità è quella che si cela dietro le apparenze.

Vangelo perduto di Pietro (apocrifi); “….raccontarono cio che avevano visto, di nuovo dichiararono di aver visto tre uomini uscire dalla tomba, due che ne reggevano un terzo…”.

“Elo-i Elo-i lama sabch thani”: nel vangelo di Marco e Matteo è tutto scritto in greco, tranne questa frase, che secondo la tradizione vuol dire “mio Dio perché mi hai abbandonato”, frase celebre recitata prima di morire.

Fin da bambino, guardando il film di Zeffirelli, o durante l’ora di religione mi chiedevo…..” ma perché mai il figlio di Dio avrebbe detto una cosa del genere?”.

Secondo altri studiosi questa frase é in lingua sconosciuta ed é una specie di codice.

In effetti nei vangeli di cose che non quadrano ce ne sono molte, troppe forse….e se si voleva nascondere qualcosa é stato fatto molto male; e questa é una cosa che ci fa pensare.

Comunque, Luca ci dice che il supplizio di Gesù durò appena tre ore, e non gli vennero nemmeno spezzate le gambe come era solito; ma noi sappiamo che la tradizione dell’epoca, voleva una morte molto lenta, sembrava che ci volesse anche più di un giorno.

Quello che voglio dire é che ci sono molti motivi per credere, o meglio, alcuni credono che Gesù sia sopravvissuto alla croce, condotto via dal sepolcro, guarito dalle ferite…..e poi condotto in un altro posto acontinuare a diffondere il messaggio.

San IssaA Rozabal, in India, nel tempio musulmano c’è il sepolcro di un santo dinome YUZA ASAF (o anche Issa).

Quando Gesù spiro sulla croce, fu deposto e sepolto nel famoso sepolcro, come ci dice Giovanni 19,38-39, Nicodemo porto della mistura di Mirra ed Aloe, che un preparato che serve per guarire le ferite, ed ha un effetto cicatrizzante (l’aloe vera si usa anche oggi).

In un antico testo orientale, questa mistura é nota col nome di “l’unguento di Gesù o del profeta”.

In un teso della fine del primo millennio (uno dei tanti), si raccontano le vicende di Gesù nello Sri Lanka, e soprattutto si racconta la scena della morte di Gesù, che chiamò il suo discepolo (forse Tommaso) e gli raccomandò di erigere li un sepolcro; sul sepolcro di YUZA ASAF c’è laparola rozabal, che vorrebbe dire “tomba dei profeti”.

Nicolay Notovich era uno scrittore, un viaggiatore e giornalista, scrisse tra l’altro “La vita sconosciuta di Cristo”.

Questo tizio, andò in Tibet, cadde da cavallo, e fu portato in un monastero a curarsi; qui gli fu concesso di leggere (o meglio glieli leggeva il Lama), degli antichissimi rotoli in cui si raccontava di questo personaggio, Issa che aveva vissuto in modo incredibilmente simile a Gesù.

Giudicate voi; “Issa insegno al popolo di Israele per tre anni e tutto ciò che aveva predetto si avverò.

Poi alcuni servi di Pilato lo spiarono. Pilato allarmato dalla sua popolarità lo fece arrestare………….per ordine del governatore i soldati condussero Issa e due ladri al luogo delle esecuzioni.

Per tutto il giorno Issa e i due ladri rimasero appesi.

Al tramonto la sofferenza di Issa giunse al termine. Egli perse i sensi e la sua anima fu assorbita dal Divino….”

Ora, questi tesi sono antichi testi che si trovano in Tibet!!!!!!!!

Esiste un testo tibetano in cui si racconta la storia di un certo Isha Natha, in cui si dice:” Isha Natha venne in India all’età di quattordici anni, poi torno nel suo paese e cominciò a predicare……….cospirarono contro di lui e lo crocifissero. Dopo la crocifissione Isha entro in trance profonda per mezzo dello Yoga… “.

L’uomo dalla tunica biancaIn un testo indiano del 115, si parla di un re degli Sciti che anni prima, aveva incontrato un personaggio enigmatico vestito di una tunica bianca, che ricorda quella degli esseni.

Il re gli chiese chi fosse ed egli…..”conoscimi come Isvara, o figlio di Dio nato da Vergine…”.

Nel sepolcro di Rozabal, c’è una lapide incisa, che era ricoperta di detriti.

la lapide fu ripulita, e su di essa ci sono incise le orme di due piedi che recano una ferita……una ferita da parte a parte.

Il 10 marzo del 2002 una ricercatrice americana, la dottoressa Suzanne Marie Olsson, ha inoltrato una richiesta al governo per analizzare il DNA della salma contenuta nel sepolcro di Rozabal; se mai dovessero dargli il permesso, confronterà i risultati con il DNA trovato sulla Sindone.

Se a Rennes ci fosse la prova che Gesù é sopravvissuto, non sarebbe un grande mistero in fondo…….forse il mistero di Rennes é ben più importante, e non riguarda tanto il che cosa ha fatto Gesù……..ma quello che ha detto, quello che ha cercato di farci capire…….

Questo sì che sarebbe un grande tesoro…

Approfondimenti

Leggenda e Storia delle Sette Sorelle, I Templari e il loro segreto si intreccia con il mistero di Rennes le Chateau e dei Savi di Sion in questa suggestiva ipotesi che parte dal Tempio di Gerusalemme e finisce per chiedersi: dove è finito il corpo di Cristo?

Il Codice da Vinci, Romanzo e non documento storico

Visita della Bastide (città fortificata) di Mirepoix.Mirepoix

Pernottamento a Chateau des Ducs de Joyeuse Allee du Chateau, 11190 Couiza

3° giorno: Couiza -Carcassonne (65 km)-Albi (168 km)

Visita della Cité Medioevale di Carcassonne; Chateau Comtal e Cattedrale di St. Nazare. Pranzo in ristorante tipico con menu a base di Cassoulet da Au Jardin de la Tour

11 Rue de la Porte d’Aude, 11000 Carcassonne, Francia

+33 (0)4 68 25 71 24

.CARCASSONNE

Pomeriggio trasferimento ad Albi la città “rosa” con visita della Cattedrale di Ste. Cecile XII sec.con organo monumentale e meravigliose pitture e del centro storico con Museo di Toulouse Lautrec.Albi

Pernottamento Hostellerie St.Antonie locanda del XVIII° sec17, rue Saint- Antoine, 81000 .

4° giorno: Albi-Conques (108 km)-Figeac(49 km) -St.Cirq-Lapopie (44 km)

Visita del paese medioevale di Conques tappa da mille anni del cammino verso Santiago di Compostela con la chiesa di Ste. Foy (XI° sec).01_Conques_-_Village_-_JPG1

Pranzo tipico dell’ Aveyron Auberge Saint-Jacques.

Sosta a Figeac con visita al museo Champollion (il traduttore dei geroglifici e della piazza delle scritture (la pavimentazione è una riproduzione della stele di Rosetta)figeac-place-ecritures

Pomeriggio trasferimento a St. Cirq-Lapopie.

Alloggio e cena Auberge du Sombral

Place Sombral, 46330 Saint-Cirq-Lapopie

5° giorno: St.Cirq Lapopie-Domme (72 km)-Sarlat la Caneda (14 km)

Visita del borgo medioevale ritenuto il più bel paese di Francia.Saint-cirq-lapopie%20Vue%20_%20Cdt%20Lot

Pranzo a Domme nella piazza della Bastide Cabanoix et chataigne pomeriggio visita della prigione dei Templari.DOMME1

Serata e pernottamento a Sarlat chambre d’hotes Le clos vallis

6° giorno: Sarlat-Les Eyzies de Tayac (20 km)-Lescaux (70 km)-Sarlat (69 km)

Visita a Les Eyzies de Tayac del museo della preistoria (qui è la zona dell’uomo di Cro-Magnon) e delle grotte di Lescaux (la “Cappella Sistina” della preistoria).

sarlat

Cena tipica a Sarlat con menu a base di Foies Gras, Confit de Canard e patate alla Sarladese La Petite Borie.

7° giorno: Sarlat-La Roque Gageac (13 km)-Beynac et Cazenac (5 km)-Sarlat (12 Km)

Al mattino visita del centro Medioevale di Sarlat: cappella des Penitets Bleus, Lanterna dei Morti e mercato.Sarlat_2008_03

Pranzo da Chez le Gaulois a base di Jambon du pays e altre specialità locali.

Pomeriggio crociera in Gabarre sulla Dordogna a La Roque Gageacroque_gageac e visita al castello di Beynac (dove fu girato il film Giovanna D’Arco di Luc Besson) e successivamente ai giardini di Marqueyssac.007

8° giorno: Sarlat-Rocamadour (51 km)-Cannes (703 km)

Visita di Rocamadourlepalaisdes_eveques-rocamadour e trasferimento a Cannes cena di pesce da Astoux e Brun.

Pernottamento Chalet de L’Isere (ex casa di Guy de Maupassant).

9° giorno Cannes-Trento (578 km)

Al mattino visita del Chateau de la Napoule con possibilità di pranzare sulla strepitosa terrazza del castello a prezzi non eccessiviimagesCAYWWUGI poi il mercato di Cannes la Croisette in serata rientro a Trento.

4 pensieri riguardo “FRANCIA DEL SUD Nelle terre di Catari, Templari e della guerra dei cent’anni”

  1. Ciao Luca,
    Che meraviglioso itinerario! Vorrei sapere il costo a persona per parteciparvi e, poi, come funziona? Ogni tot di prenotazioni si organizza un gruppo e si parte? Noi saremmo in due.
    Scusa le mille domande 🙂

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    1. Mi dispiace ma io non sono un agente di viaggio.
      L’itinerario è il risultato di un viaggio famigliare di una decina di giorni.
      Per l’alloggio in Chambre d’Hotes si spendono a stanza tra i 60-70€ a notte per i pasti 18-22€ a persona ingresso nelle chiese gratuito parcheggi sempre a pagamento benzina o carburante negli ipermercati più conveniente che in Italia poi lo shopping gastronomico (Cassoulet, marmellate,pates e foie gras) incide parecchio ma cos’è buonissime

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  2. Grazie Luca,
    cercavo un’ispirazione, ho trovato una certezza!
    Scherzi a parte, mi hai convinto: ripercorrerò l tappe che hai desritto a metà agosto
    Lella

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Viaggio con Monica e le persone che amiamo per cercare di essere migliore ma non sempre riesco….